Specchio de La Stampa: Dalla Sardegna a New York un museo-magazzino per la nostra Arte Povera

di Alain Elkann

Nancy Olnick e Giorgio Spanu sono i cofondatori di Magazzino Italian Art, un museo e centro di ricerca dedicato all’arte italiana del dopoguerra e contemporanea che si trova a Cold Spring, NewYork.

Giorgio, lei è sardo e sua moglie Nancy è newyorkese, come vi siete conosciuti?

«A New York. Siamo entrambi nati su un isola, io in Sardegna, a Iglesias, e Nancy a Manhattan».

Perché siete diventati importanti collezionisti di vetri di Murano?

«Non era intenzionale. Il primo pezzo che abbiamo acquistato era stata clessidra adocchiata da Nancy mentre io stavo comprando il catalogo di una casa d’aste. Pensava fosse francese, ma il responsabile dell’asta le disse: “No, è italiano, è stato fatto da Venini”. “Wow!”, disse Nancy, “Venini è un vetraio muranese molto prestigioso”. Per me Murano non era un prodotto artistico, era qualcosa peri turisti. Da quel momento, iniziammo ad andare in Italia almeno quattro volte l’anno a cercare vetro di Murano. Avevamo conosciuto Sauro Bocchi, un gallerista giovane, tenace e di grande talento, che ci ha consigliato di andare a Rivoli a vedere l’arte contemporanea italiana in una mostra curata da Rudi Fuchs. Ogni pezzo era incredibile».