Lucio Pozzi: qui dentro / in here
February 12, 2025
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Magazzino Italian Art presenta LUCIO POZZI: qui dentro / in here
La mostra celebra i 60 anni dell’attività artistica di Pozzi esponendo una selezione di opere astratte
Magazzino Italian Art 7
marzo 2025 – 23 giugno 2025
Cold Spring, New York—Magazzino Italian Art annnuncia la mostra LUCIO POZZI: qui dentro / in here, visibile al pubblico dal 7 marzo al 23 giugno 2025 nella Galleria 8 del Museo.
L’esposizione presenta una selezione di oltre 30 opere astratte dell’artista di origine italiana, realizzate nel corso dei suoi straordinari 60 anni di carriera, con una varietà di stili che rivelano l’abilità artistica di Pozzi e il suo impegno nella continua sperimentazione che ha dato origine ad un linguaggio visivo unico.
La mostra, che celebra il novantesimo compleanno di Pozzi, è curata dal critico David Ebony in collaborazione con la direttrice artistica di Magazzino Italian Art, Paola Mura.
Il lavoro di Pozzi comprende installazioni, performance e una continua indagine sull’impatto emotivo e intellettuale della forma astratta. La sua tavolozza cromatica, spesso costruita attorno a quattro colori primari - rosso, blu, giallo e verde - oltre al bianco e al nero, riflette una ricerca profonda che intreccia significato personale ed espressività universale.
Realizzata in stretta collaborazione con l’artista, LUCIO POZZI: qui dentro / in here offre una prospettiva inedita sulla produzione di un maestro in continua evoluzione. La sua opera si colloca idealmente tra il Minimalismo americano e l’Arte Povera italiana, senza mai perdere la sua cifra distintiva. Il contesto di Magazzino Italian Art, con la sua collezione di artisti come Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Piero Gilardi, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio, fornisce un’opportunità unica per esplorare le connessioni tra il linguaggio di Pozzi e l’Arte Povera. L’artista condivide con questo movimento l’uso di materiali non convenzionali, un’attitudine sperimentale e un’apertura interpretativa che invita il pubblico a un’esperienza attiva e personale dell’opera.
Adam Sheffer, direttore di Magazzino Italian Art, dichiara: “Parte della nostra principale missione a Magazzino è quella di connettere la nostra collezione storica di capolavori dell’Arte Povera con le pratiche di artisti contemporanei influenzati dall’eredità del movimento. Il lavoro di Lucio Pozzi è un esempio straordinario di come l’arte italiana del dopoguerra continui ad animare i dibattiti degli artisti di tutto il mondo”.
Paola Mura, direttrice artistica di Magazzino Italian Art, afferma: “Presentare LUCIO POZZI: qui dentro / in here insieme con la mostra Maria Lai. A Journey to America (che rimarrà visibile al pubblico fino al 28 luglio) nel più ampio contesto della collezione degli artisti dell’Arte Povera, offre la rara opportunità per approfondire la conversazione su entrambi gli artisti. Questo dialogo arricchisce la nostra comprensione dell’arte italiana dal dopoguerra a oggi, invitando il pubblico a esplorare l’interazione tra le loro opere e ad apprezzare le qualità distintive che li definiscono”.
David Ebony, curatore della mostra, spiega: “Per la maggior parte della sua carriera, Pozzi è stato conosciuto come un artista multidisciplinare, difficilmente classificabile, che ha attraversato l’astrazione, la figurazione, la fotografia e la performance. Questa mostra si focalizza sulla sua ricerca pittorica, che ha sviluppato nel corso di sei decenni, rivelando le molteplici forme che ha esplorato e i principi che hanno guidato il suo percorso creativo”.
Lucio Pozzi afferma: “Qualsiasi combinazione di idee, materiali e processi può produrre arte, tutto dipende da come viene realizzata. Mi preme produrre un pensiero e un’emozione intensi nei termini unici di ogni singola opera che realizzo. Detesto predeterminare l’originalità, la novità, la coerenza e lo stile. Emergono a mia insaputa. Mi aspetto che gli spettatori non si chiedano cosa volessi dire, ma che ricreino l’opera mentre la osservano”.
Tra le opere esposte nella mostra LUCIO POZZI: qui dentro / in here ci sono le sculture in rilievo metalliche curvilinee ELBOW ed ELBOW TOO (entrambe del 1963) e la scultura tridimensionale raramente esposta QUARTET (1984), che suggerisce la corrispondenza di Pozzi con la scultura modernista, così come il suo interesse per l’ambiente naturale della Valle del Mid-Hudson, dove vive e lavora per parte dell’anno. Sarà inoltre visibile un importante esempio della celebre serie Rag Rug, THE DARKNESS OF THE SOUL (1996). Nella mostra sono rappresentante anche le composizioni riduttive della serie The Level Group, dei primi anni ‘70, dipinti monocromatici raffinati con superfici dense e pennellate precise. Altre opere appartengono alle serie come Turnovers, Gravity pieces e Relocation works.
L’improvvisazione è sempre stata un segno distintivo dell’arte di Pozzi e l’installazione di opere multicomponenti come DIASPORA (2018), con i suoi numerosi elementi in legno dipinto colorato sparsi lungo la parete, e SUMSIX (2021), con una serie di sei opere monocromatiche bianche della serie Relocation che si innalzano verso il cielo.
LEAN ON ME (2024), composta da due travi di legno imponenti con le aree superiori dipinte nei quattro colori - blu, giallo, verde e rosso - attiverà ulteriormente l’imponente spazio della Galleria 8, simile a una cattedrale. Il crescendo drammatico della mostra è rappresentato dalle due tele monumentali, composte da forme geometriche irregolari e colorate, THE OPEN GATES OF SPRING (PERSEPHONE) e VISITATION (entrambe del 2023) che si incontrano quando i visitatori escono dallo spazio. Su una parete intermedia, a fare da contrappunto alle due grandi tele, un trio di tre piccoli e delicati acquerelli dipinti rispettivamente in Grecia, in Italia e negli Stati Uniti, che sono l’epilogo della mostra e un’indicazione del vasto ed emozionante corpus di opere figurative che Pozzi ha prodotto nel corso degli anni.
La mostra LUCIO POZZI: qui dentro / in here è visibile in contemporanea con Maria Lai. A Journey to America e la collezione permanente dell’Arte Povera.
Lucio Pozzi
Lucio Pozzi è nato nel 1935 a Milano. Dopo aver vissuto per diversi anni a Roma, dove ha studiato architettura e gestito un studio di grafic design, Pozzi è arrivato negli Stati Uniti nel 1962 come ospite dell’Harvard International Summer Seminar. In seguito si è stabilito a New York. Pioniere nel lavorare contemporaneamente su diversi media, Pozzi ha presentato opere video al Museum of Modern Art di New York e paesaggi ad acquerello alla John Weber Gallery di New York, considerata all’epoca il “tempio del Concettualismo”.
Ha esposto a Documenta 6 (1977) e alla Biennale di Venezia (Padiglione degli Stati Uniti) nel 1980. Scrive occasionalmente e ha insegnato alla Cooper Union, allo Yale Graduate Sculpture Program, alla Princeton University, alla School of Visual Arts e al Maryland Institute College of Art, oltre che in altre scuole d’arte negli Stati Uniti e in Europa. Il suo lavoro, che spazia dalle fotografie alle opere concettuali, è presente nelle collezioni dei principali musei internazionali e di istituzioni e collezionisti privati.
David Ebony
David Ebony è un editorialista di Art in America e in precedenza è stato direttore della rivista. È membro dell’AICA (Associazione Internazionale dei Critici d’Arte) ed ex membro del consiglio di amministrazione dell’organizzazione. Inoltre è redattore senior presso SNAP Editions, ed è anche autore di “David Ebony + Art Books”, una rubrica di lunga durata per la Yale University Press online. Collabora spesso con Artnet News, The Magazine Antiques, The Brooklyn Rail, Upstate Diary e Lacanian Ink, e altre pubblicazioni.
David Ebony è autore di numerose monografie d’artista, tra cui i recenti titoli Stephen Antonakos: Neon and Geometry (2023, Rizzoli) e Larry Poons (2023, Abbeville Press). È anche curatore indipendente; tra le mostre da lui curate, ricordiamo “Presença/Presence: Recent Works by Helena Kozuchowicz” al Consolato del Brasile, NYC, 2024; “Grasshopper: A Judy Pfaff Survey”, presso CR10, Linlithgo, New York, nel 2016; e “Metropolis”, presso Edward Tyler Nahem Gallery, New York, nel 2015.
Magazzino Italian Art
Magazzino Italian Art è un museo e un centro di ricerca dedicato a promuovere la conoscenza e l’apprezzamento pubblico dell’arte italiana del dopoguerra e contemporanea negli Stati Uniti. Situato a Cold Spring, New York, il museo è stato fondato nel 2014 da Nancy Olnick e Giorgio Spanu. Nel 2017, è stato inaugurato il primo edificio, progettato dall’architetto Miguel Quismondo, situato all’interno di un ampio parco immerso nel paesaggio degli Hudson Highlands, con una mostra tratta dalla Collezione Olnick Spanu e dedicata a Margherita Stein, fondatrice della storica Galleria Christian Stein di Milano e fondamentale sostenitrice degli artisti associati all’Arte Povera.
Creato come un museo educativo senza scopo di lucro, Magazzino Italian Art ha aumentato il suo spazio interno di due terzi nel settembre 2023 aprendo un altro padiglione indipendente, il Robert Olnick Pavilion, progettato dagli architetti Alberto Campo Baeza e Miguel Quismondo. Questo nuovo padiglione, intitolato alla memoria del filantropo e sostenitore delle arti Robert Olnick, offre una sala polifunzionale con capacità di auditorium, il bookshop e il Café Silvia che propone specialità della cucina italiana.